STVDIO D'ARTE SANDRO BECVCCI
Dopo oltre 20 anni ho nuovamente a disposizione un Lab-Studio-Galleria dove operare con tutti quei mezzi e tecniche utilizzati lungo una vita dedicata alle arti visive, riunendo in un solo spazio fisico, mentale e spirituale ciò che prima con “I Maschereri Atelier” per oltre 30 anni, poi con la sola pittura per molti altri, è stata da sempre la mia vocazione per le arti visive e direi anche sceniche.
Per l’allestimento di questo spazio “non solo fisico” mi sono ispirato a livello estetico e funzionale alla Bottega Rinascimentale, dividendo lo spazio in tre ambienti con diverse funzioni.
Due grandi sporti sulla strada rendono ben visibili altrettanti ambienti. La GALLERIA, funge da ingresso ed esposizione permanente; comunica con l’altro ambiente visibile dalla strada: lo STUDIO di pittura, progettazione, disegno e arti applicate. Da entrambi gli ambienti si accede al LABORATORIO posto sul retro ed attrezzato per scultura e modellato, formatura di stampi e negativi; lavori di supporto come falegnameria e carpenteria metallica; decorazione, magazzino ed infine DIDATTICA: corsi di varia natura sulle tecniche della cartapesta. In questo luogo riesco a far lavorare insieme cuore, testa e mani; qui si incontrano emozione progettazione e tecnica esecutiva per fondersi nell’opera finita. Ritengo che senza tutti e tre questi elementi non c’è né arte né artista.
Nel Rinascimento non esisteva il concetto di artista così come lo intendiamo oggi, ma si andava formando attorno alla figura dell’ARTE-FICE, membro di un’”ARTE”, maestro detentore di talento, di conoscenza tecnica e capacità imprenditoriali tali da poter coordinare una bottega piena di maestranze, allievi e garzoni che eseguivano, sotto la sua stretta supervisione, i lavori delle più svariate entità e qualità.
Nelle loro botteghe i maestri del rinascimento utilizzavano disegno pittura, scultura, modellato, decorazione, tessitura; mestieri di supporto come carpenteria, meccanica, edilizia, sartoria, macchineria teatrale ecc.
Assai prima di Andy Wharol La Bottega Rinascimentale inventa e sviluppa il concetto di multiplo d’arte e produzione seriale, per soddisfare la richiesta delle classi meno abbienti.
Per creare opere effimere o a basso costo, molti di loro, come ad esempio il Sansovino, Donatello, i Della Robbia, lo stesso Bernini del secolo Barocco, sviluppano le tecniche della cartapesta con la quale eseguivano principalmente bassorilievi stampati nei calchi in gesso, ma anche sculture a tuttotondo, con alcune parti (mani, testa, piedi) ricavate da stampi, ed altre come ad esempio i panneggi, modellate a mano libera direttamente su un pupazzo di paglia sostenuto da un’armatura di legno o di ferro, esattamente come facevano e fanno tutt’ora i moltissimi e sconosciuti maestri dell’arte statuaria, specialmente quella Leccese.
Ho avuto la fortuna di respirare dal vivo questa atmosfera quando nel 1978 frequentai un meraviglioso seminario a Viareggio presso gli hangar dei “Carristi di Prima Classe” del Carnevale Viareggino dove oltre a questi, furono invitati da Barcellona i costruttori dei famosi “Cabezudos”, Enormi testoni leggeri e cavi, da indossare nelle feste preposte; e da Lecce il famoso Indino, bravissimo Maestro dell’Arte Statuaria Leccese.
In quegli hangar pieni di enormi e semoventi sculture in cartapesta, mezze smontate, con la loro macchineria teatrale impudicamente svelata al mio sguardo incantato, ho ricevuto l’ennesima epifania, un imprinting e un regalo meraviglioso racchiuso nel mio intimo, nel mio personale Antro d’Artista, nella mia Fucina Creativa, dove tutto è ordinato e a posto sugli scaffali e dopo mezz’ora tutto sottosopra: tavoli e scaffali riempiti di barattoli, stampi, scatole mezze aperte che svelano il loro strano contenuto; 3-4 cavalletti con opere a mezzo, modellati bagnati e coperti, in attesa di essere terminati, dove io mi aggiro (oggi da solo ma un tempo in mezzo ai miei dipendenti), indaffarato e concentrato ad iniziare, rifinire, terminare … un progetto un’idea; qui posso far vedere al committente cosa è realmente il lavoro ed il piacere di farlo perché la prima remunerazione è il piacere stesso di creare, di fare arte, anche soffrendo, sbagliando e rifacendo, per poi averla vinta sulle difficoltà partorendo l’opera, pittura, scultura, manufatto in cartapesta, cemento-marmo, legno o gesso che sia.
